martedì 19 luglio 2011

Cosa c'e' di nuovo (o comunque di buono) a Londra/1 : street food


Non staro' ancora a discutere se a Londra si mangi bene o male. A Londra io ci mangio benissimo, in media, perche' so dove andare, anche grazie a chi mi passa le informazioni di prima mano.
Quindi, da ormai un po' di anni le mie (frequenti) soste londinesi sono all'insegna del cibo.
L'ultima occasione - lo scorso week end - era un po' speciale, quindi ha previsto com'era giusto copiosi festeggiamenti, naturalmente a tavola. Ma e' stata anche l'occasione per scoprire un po' di street food e qualche altra novita'.

Cominciamo venerdi' mattina, approfittando del caldo sole estivo londinese (niente paura, e' durato poco...) con un giro di routine al Covent Garden e sosta al banco TuttiFrutti per un buon succo di frutta fresca: per me mela, ananas, mango e zenzero, buono quasi quanto quelli del baretto indiano a Varkala. 
Avevamo in mente di fermarci per pranzo a uno dei tanti stand del SouthBank Real Food Market, che ormai si tieno ogni fine settimana e offre davvero di tutto, dal cibo marocchino a quello indiano, dalla paella alle specialita' congolesi, senza farsi mancare formaggi francesi e panzanella italiana. Ma la nostra informatrice ci ha indirizzati verso quello che pare essere l'ultimo grido in fatto di street food / pausa pranzo londinese, almeno da questo lato del Tamigi, sotto l'Hungerforge Bridge: Pitt Cue Co. Il format e' nato dalla joint venture tra Jamie Berger (uno dei primi importatori della Cobra beer - birra indiana studiata apposta per il mercato britannico, oggi pare una delle piu' diffuse nel paese - nel Regno Unito) e il giovanissimo chef Tom Adams, entrambi con una sviscerata passione per grigliate e BBQ (Berger ha origini americane, degli stati del Sud, e questo spiega l'evidente influenza a stelle e strisce nell'offerta). 

L'idea, dicevamo, e' semplice.
Un camioncino come quelli che a Roma vendono i panini con la porchetta, ma tutto argentato e con la sagoma di un bel maiale pasciuto sul fianco, che se ne sta tutto chiuso fino alle 12,30 circa. Poi, gli inservienti iniziano ad armeggiare con lavagnette e griglie (elettriche), e la gente - in gran parte impiegati e manager in giacca e cravatta - iniziano a sedersi sui segnalatori di plastica gialla solitamente usati per indicare lavori stradali etc, qui riciclati come sgabelli per i pochi tavolini di legno sparsi lungo la riva del Tamigi. 
beef brisket
All'una in punto, ci si mette in fila per accaparrarsi il proprio pranzo: 7 sterline (circa 10 euro) per un contenitore di cartone che fornisce la giusta dose di proteine accompagnata dai pickles (sottaceti) e a scelta da insalata o fagioli. Da bere, cocktails e shots a base di Bourbon secondo la tradizione americana, oppure birre in bottiglia (pare che abbiano un'ottima selezione tra cui l'IPA della BrewDog ma quando sono andata io non c'era e ho ripiegato su una Lager americana non indimenticabile, la Pabst Blue Ribbon).

pulled pork
Ogni giorno, 7 su 7 dall'1 alle 22, si sceglie tra due proposte di carne (nel nostro caso, il morbidissimo e succulento beef brisket - punta di petto di manzo - o lo squisito pulled pork, che sarebbero delle specie di straccetti di maiale, anche questi tenerissimi e saporiti, conditi a piacere con una salsetta piccante. La carne di maiale viene prima "dry rubbed" (speziata o se vogliamo marinata a secco) poi affumicata per 12 ore con legna di noce americano (quello da cui vengono le noci di Pecan, a quanto ho capito) e poi cotta: il risultato e' fantastico. In piu', ogni tipo di carne (altre volte possono capitale le costolette di maiale o il pollo dell'Essex) e' accompagnata da un tipo di pane: una bella fetta di pane bianco abbrustolito per il manzo, e l'ottimo pane di segale ai cereali sfornato per il Wild Caper Deli di Brixton dal semprelodatissimo forno a legan della pizzeria Franco Manca.

Insomma, quanto a pausa pranzo gourmet Londra quasi batte Roma (eppure se Stefano Callegari provasse il pulled pork, sono sicura che finirebbe in un trapizzino...). 

Sempre per restare in tema street food/pausa pranzo, per il mio ultimo e veloce spuntino londinese ho poi provato la pizza al taglio di PePe, un nuovo locale su St. Martin's Lane aperto da qualche mese, che propone appunto street food made in Italy: in particolare, piadine e pizze al taglio, molto simili a quelle di scuola romana (senza scomodare i grandi maestri come Bonci, pero'...), piu' qualche piatto di pasta da mangiare sul posto o take away. La pizza - che come il gentile ragazzo al banco ci ha tenuto a dirmi, e' fatta con tutti ingredienti italiani, farine incluse - non e' male: l'impasto e' piuttosto sottile ma scaldato nel forno ad alta temperatura recupera una giusta croccantezza, i condimenti sono saporiti ma non eccessivamente pesanti (abbiamo provato la margherita classica, quella con bufala e pesto e quella con salame piccante) e il prezzo nemmeno: a £3.95per un trancio rettagolare abbastanza grande, e' decisamente un'opzione economica per Londra, e anche rispetto a molti concorrenti medi di Roma!

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